Il Corriere della Sera - 30.09.2009.pdf

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corriere
MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE 2009 ANNO 134 - N. 231
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Potente terremoto nel Pacifico: onde alte otto metri si abbattono sulle isole americane
Risorgimento
LAZONAGRIGIA
TRAVITAEMORTE
Tsunami, terrore alle Samoa
E Cavour
chiese
un armistizio
alla Padania
«Decine di vittime e dispersi, cancellati interi villaggi»
di ANGELO PANEBIANCO
A pprovato nel
fare una legge ispirata alla
«persuasione che il rappor-
to con la malattia, con le
cure e con la morte (…) ap-
partenga a uno spazio per-
sonale di cui la legge può
prudentemente fissare i
confini "esterni" ma non i
contenuti "interni", che so-
no interamente affidati al-
le relazioni morali e profes-
sionali che legano il mala-
to al suo medico e ai suoi
congiunti». Questa lettera,
portando alla luce il disa-
gio di alcune componenti
della maggioranza, ha ria-
perto una discussione che
sembrava ormai chiusa.
Per capire i termini del-
la questione occorre fare
uno sforzo di immagina-
zione, fingere che sulla vi-
cenda non pesi, come inve-
ce pesa, la «politica». Per
politica intendo cose co-
me la preoccupazione del
governo di garantirsi, tra-
mite la legge sul fine vita,
un solido rapporto con la
Chiesa, la fronda di Gian-
franco Fini all’interno del
Pdl, l’interesse dell’opposi-
zione ad allargare le divi-
sioni nella maggioranza, i
conflitti, che fanno da sfon-
do a tutta la vicenda, fra
clericali e anticlericali, fra
berlusconiani e antiberlu-
sconiani, eccetera. Convie-
ne mettere in parentesi tut-
to ciò e ragionare solo sul-
la questione del fine vita.
Un buon punto di par-
tenza può essere la teoria
(che ha apparentemente
poco a che fare col tema)
formulata dall’economista
Friedrich von Hayek sul
rapporto fra la conoscenza
e il mercato. Per dimostra-
re che i sistemi di mercato
sono superiori ai sistemi
di pianificazione Hayek so-
stenne che i pianificatori
falliscono sempre per difet-
to di conoscenza.
CONTINUA A PAGINA 12
Un potente sisma di magnitudo 8,3
nell’Oceano Pacifico ha provocato uno
tsunami con onde alte fino a otto metri.
L’epicentro del terremoto è stato localiz-
zato 190 chilometri a sudovest delle Sa-
moa americane. Nella notte le fonti uffi-
ciali e testimoni oculari parlavano di al-
meno venti vittime nell’arcipelago, nu-
merosi dispersi e interi villaggi spazzati
via dalla forza del mare. A PAGINA 5 Olimpio
di PIERLUIGI BATTISTA
marzo scorso dal
Senato, il dise-
gno di legge sul
fine vita dovrebbe approda-
re alla Camera entro qual-
che settimana. Il testo vara-
to dal Senato risente pesan-
temente dei violenti scon-
tri ideologici esplosi a feb-
braio, in occasione della
tragica conclusione della
vicenda di Eluana Englaro.
La scelta di interrompe-
re, in ottemperanza a una
sentenza di tribunale, l’ali-
mentazione artificiale alla
Englaro spaccò il Paese in
due, diede luogo a una con-
trapposizione feroce fra
due visioni (su questo pun-
to è già intervenuto sul Cor-
riere della Sera Giovanni
Sartori), due concezioni
della vita e della morte, e
del diritto di ciascuno (ri-
vendicato dagli uni, nega-
to dagli altri) a decidere
della propria morte.
Oggi, a distanza di mesi,
placate (ma fino a quan-
do?) le passioni ideologi-
che, sembra essersi aperto
uno spazio di manovra per
uscire dal cul de sac in cui
la vicenda Englaro aveva
sospinto il Paese. Un certo
numero di deputati del Po-
polo della Libertà (molti
dei quali vicini al presiden-
te della Camera Gianfran-
co Fini) ha mandato una
lettera aperta al presidente
del Consiglio, pubblicata
dal Foglio (23 settembre),
proponendo una revisione
del testo approvato dal Se-
nato.
Si chiede che la legge si
limiti a fissare dei paletti,
ad affermare principi gene-
rali (il rifiuto sia della euta-
nasia che dell’accanimen-
to terapeutico) abbando-
nando però «l’iper-regola-
mentazione giuridica» che
caratterizza l’attuale testo.
Si tratta, dice la lettera, di
Bersani frena Penati
ISOLE SAMOA
«Via Franceschini»
Battaglia nel Pd
U n ritratto di
Cavour sulla
«Padania» porta
questo titolo: «Cavour e
il "connubio", la politica
si prostituisce». Nei
sommari compaiono
queste parole: «Camillo
Benso era un
impiccione di genio»,
«concordò sottobanco»,
diede corpo «al conflitto
di interessi», «tradì
gli elettori». Insomma,
un poco di buono.
CONTINUA A PAGINA 10
AUSTRALIA
di PAOLO FOSCHI
ALLE PAGINE 10 e 11 M.Franco, Imarisio e Meli
Quell’arcipelago
che è entrato nel mito
NUOVA
ZELANDA
Richiamo del governo
Rai, adesso si apre
il caso Dandini
di ALESSANDRA FARKAS
Le isole Samoa, un paradiso ecologico
meta di pellegrinaggio di scrittori,
registi e attori di entrambe le coste
dell’Atlantico. Da Robert Louis
Stevenson fino a Gary Cooper. A PAGINA 5
Nell’immagine l’epicentro del terremoto che ha provocato
lo tsunami nelle isole Samoa
di PAOLO CONTI
CORRIERE DELLA SERA
A PAGINA 6
Il film di Tornatore
Commercialisti e banche: rivedere la scadenza di dicembre
Scudo, tensione sulla fiducia
Parte il pressing per la proroga
Trecento miliardi di eu-
ro. È la stima che viene fat-
ta da più parti sul possibi-
le gettito dello scudo fisca-
le per il rientro dei capitali
dall’estero. Il ministro Tre-
monti è più cauto. «Quei
dati fanno riferimento an-
che ai frutti di attività cri-
minali che non rientreran-
no mai con lo scudo».
Obiettivo, «utilizzare le ri-
sorse per la scuola e le im-
prese». Il governo pone la
fiducia alla Camera sul de-
creto legge. Commerciali-
sti e banche: rivedere la
scadenza di dicembre .
ALLE PAGINE 2 E 3
Calabrò, Marro,
Sensini, Sideri
Giannelli
No ai Tremonti bond
La scelta
di mercato
per Intesa
e Unicredit
Oscar, l’Italia candida Baarìa
di MASSIMOMUCCHETTI
Le banche Unicredit e
Intesa Sanpaolo decidono
di affrontare i problemi
con le forze proprie e del
mercato e di non fare
ricorso ai Tremonti bond
Sarà «Baarìa» di Giuseppe Tornatore a rappresentare l’Italia all’Oscar
come miglior film straniero. Tornatore ritenta la scalata 19 anni
dopo la vittoria con «Nuovo Cinema Paradiso» (nella foto, una scena
con Francesco Scianna e Margareth Madè) .
A PAGINA 45 Cappelli
A PAGINA 33
Monza Contagiato forse dai familiari, ora è ricoverato in rianimazione
Virus A, grave un bimbo di 3 mesi
Milano È un teste chiave. «Abbandonato dallo Stato, vivo chiuso in casa»
Il pentito di Al Qaeda è depresso
di SIMONA RAVIZZA
di GIUSEPPE GUASTELLA
Il falso medico
Il giornalista
Un bimbo di 3 mesi è in
rianimazione per una pol-
monite da influenza A. È il
primo caso conosciuto in
Italia di ricovero di un
bebè per complicazioni
polmonari legate al virus.
La vicenda ha inizio il
18 settembre, quando, ai
primi sintomi, i genitori
accompagnano il piccolo
all’ospedale di Legnano.
Immediato il trasferimen-
to al San Gerardo di Mon-
za, punto di riferimento in
Lombardia per i pazienti
in condizioni critiche per
l’influenza A. Immediato
il test: positivo. Il piccolo
è stato contagiato proba-
bilmente da un familiare.
A PAGINA 18
Conosce i segreti di Al
Qaeda e li ha rivelati ai ma-
gistrati. Per questo da tre
anni il pentito Tlili Lazar vi-
ve sotto protezione, ma
chiuso in casa. Le leggi sul-
l’immigrazione non gli con-
sentirebbero di diventare
cittadino italiano e di avere
nuovi documenti che gli
permetterebbero di inserir-
si e lavorare.
«Ho mantenuto i miei
impegni, ma lo Stato mi ha
abbandonato. Chiuso in ca-
sa penso solo ai miei guai»,
ha detto ai suoi avvocati.
La depressione è vicina e
potrebbe risentirne l’atten-
dibilità delle dichiarazioni
vanificando anni di lavoro.
A PAGINA 23
RHO
LE MINACCE
Pediatra
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INCONTRA
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Per 19 anni ha lavorato
all’ospedale di Rho,
e aveva anche un
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2 Primo Piano
Mercoledì 30 Settembre 2009 Corriere della Sera
#
Il rientro dei capitali
«Scudo, 300 miliardi all’estero»
Il ministro: risorse per le imprese. «I capitali criminali non rientreranno»
Pressing di Abi e commercialisti per una proroga della scadenza del 15 dicembre
Gli italiani e la sanatoria
ROMA — Il ministro del-
l’Economia, Giulio Tremonti,
non vuole sbilanciarsi sul
possibile gettito dello scudo
fiscale per il rientro dei capita-
li dall’estero. «Sento parlare
di stime molto elevate, ma bi-
sogna valutare in modo mol-
to cauto queste cifre, che re-
stano delle congetture» ha
detto Tremonti ieri nel corso
di un convegno organizzato
da Guardia di Finanza e Agen-
zia delle Entrate. Anche sui lo-
ro numeri, che parlano di qua-
si 300 miliardi di capitali ita-
liani all’estero, e che poi sono
quelli prodotti dall’Associa-
zione italiana dei Private
Bankers, il ministro mostra
grande prudenza.
«Quei dati fanno riferimen-
to anche ai frutti di attività
criminali che non rientreran-
no mai con lo scudo fiscale»
ha detto il ministro. Secondo
il quale, benché il varo dello
scudo sia stata «una scelta dif-
ficile», ci sono «almeno tre
buone ragioni» che hanno
convinto il governo. «Intanto
lo fanno molti altri Paesi, raf-
forzando così la propria eco-
nomia. In secondo luogo, an-
che se la nuova normativa ita-
liana contro l’evasione inter-
nazionale è molto efficace, i
tempi degli accertamenti so-
no comunque più lenti di
quelli della prescrizione» ha
detto il ministro. Secondo il
quale un’altra ragione è «l’ef-
fetto particolare della crisi sul-
l’economia italiana, dove ci
sono carenze di liquidità e
problemi di bancabilità per le
imprese».
A differenza del passato,
quando si trattava di regola-
rizzare patrimoni accumulati
negli anni all’estero, «credia-
mo che questa volta, lo scudo
sarà utilizzato soprattutto da-
gli imprenditori per ridare fia-
to alle proprie imprese, per
non chiudere, per non licen-
ziare» ha detto Tremonti. Giu-
stificando l’estensione della
copertura giuridica dello scu-
do come ineluttabile. «La for-
mulazione originale per me
andava benissimo. Poi qual-
cuno, suggerendo determina-
te interpretazioni, ci ha impo-
sto di cambiarla. Del resto —
ha detto Tremonti —non po-
tevamo correre il rischio che
aderire allo scudo, per un im-
prenditore, equivalesse ad
un’autodenuncia penale,
quindi a un suicidio».
«Siamo convinti che dopo
lo scudo ci saranno meno ca-
pitali disonesti fuori dall’Ita-
lia e un uso più onesto di
quei capitali al servizio del Pa-
ese» ha aggiunto il ministro,
ricordando che il gettito dello
scudo servirà anche per finan-
ziare università, istruzione e
ricerca. In ogni caso lo scudo
italiano è «nei canoni dell’Oc-
se, che suggerisce misure di
"voluntary disclosure"» e,
quanto al costo, è «in piena li-
nea con quello degli altri Pae-
si» ha garantito Tremonti. As-
sicurando la linea dura, d’ora
in avanti, contro l’evasione in-
ternazionale. «Lo scudo non
è la fine, ma l’inizio di questa
battaglia. Quello che conta so-
no le norme di luglio contro
l’evasione internazionale con
il rafforzamento sensibile del-
le sanzioni e la presunzione
che i capitali nei paradisi fi-
scali siano frutto d’evasione
salvo prova contraria» ha det-
to il ministro, mentre il sotto-
segretario all’Economia, Lui-
E tutti in coda
nelle banche-boutique
per smontare i trust
MILANO — Devono aver pensato che era meglio to-
gliersi il dente subito. Così si sono presentati fin dal pri-
mo giorno utile ai superconsulenti delle banche e hanno
già «scudato» nei confronti del fisco i propri capitali dete-
nuti all’estero. I primi dossier di cui il «Corriere» ha noti-
zia sono di Banca Leonardo e Banca Generali. Operazioni
chiuse alla velocità della luce. È anche questo il segnale
di un clima diverso rispetto alle precedenti operazioni di
rientro. «L’affluenza è stata notevole — racconta Giorgio
Girelli, amministratore delegato di Banca Generali — an-
che maggiore delle nostre attese. I motivi? Il diverso con-
testo internazionale con la stretta sui Paradisi fiscali e
quella che con un eufemismo potremmo chiamare la mo-
ral suasion del ministero dell’Economia e dell’Agenzia
delle Entrate».
Ma c’è anche altro. Questa volta da scudare ci sono pro-
dotti derivati, hedge fund, private equity e reti di trust
che si rincorrono anche nella geografia parallela degli Sta-
ti canaglia. Operazioni, giurano gli analisti, di «complessi-
tà mostruose». «Smontare tutto un portafoglio — spiega
Franco Aletti, consigliere delegato di Gbl Fiduciaria del
gruppo Leonardo — ri-
chiede dottori commer-
cialisti, avvocati oltre a
esperti finanziari. Noi
semmai suggeriamo di
mettere tutto in una po-
lizza assicurativa per poi
eventualmente smonta-
re le operazioni successi-
vamente». Anche per-
ché in un momento sto-
ricamente non felice per borse, mercati e fondi, è plausibi-
le che molti investimenti siano in perdita. E uscire in que-
sto momento vorrebbe dire accettare (definitivamente)
la perdita in conto capitale.
«Il prodotto assicurativo — continua Aletti — permet-
te di "sdoganare" gli investimenti e ha il vantaggio di es-
sere asset protected», cioè non sequestrabile. Ma c’è an-
che il «nodo Trust» da risolvere. All’insaputa degli stessi
utilizzatori che forse ne avevano fatto abuso per questio-
ni di riservatezza, di fisco, ma anche per ragioni storiche
(non è un segreto che negli anni Settanta molte famiglie
trasferirono i capitali all’estero per la paura di una rivolu-
zione comunista in Italia) alcuni trust risultano intoccabi-
li. Per alcuni, tecnicamente, non c’è nulla da fare: interve-
nire per venderne gli asset e riportarli in patria è una mis-
sione impossibile. Anzi. Ci sono storie di trust che sono
sfuggiti al controllo della stessa famiglia per la scompar-
sa di chi li ha costituiti. In questi casi l’amministrazione
passa al Trustee. E convincerli può diventare fatica di Sisi-
fo.
I primi dossier
gi Casero, ha escluso che il go-
verno possa prorogare la sca-
denza dello scudo oltre il 15
dicembre.
I commercialisti, ieri, l’han-
no chiesto esplicitamente. An-
zi, secondo Claudio Siciliotti,
presidente dell’Ordine dei
dottori commercialisti, «la
proroga, alla fine, si può esse-
re sicuri che ci sarà senz’al-
tro. Ed il governo — ha detto
— potrebbe immaginare an-
che un’aliquota maggiorata
per chi adempie oltre la sca-
denza originaria del 15 dicem-
bre».
Anche l’Associazione Ban-
caria è preoccupata dai tempi
dell’operazione. Il presidente,
Corrado Faissola, ha suggeri-
to ieri di lasciare ferma la da-
ta del 15 dicembre solo per i
pagamenti, dando tempo fi-
no a marzo per la regolarizza-
zione effettiva. Esattamente
come avvenne nelle altre due
edizioni dello scudo fiscale.
Mario Sensini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Banca Generali e
Banca Leonardo hanno
già chiuso le prime
operazioni
Giulio Tremonti
Immobili all’estero
Gli intermediari
Unione Europea
Le esenzioni per le case
Segnalazioni antiriciclaggio
I dubbi Ue sull’Iva evasa
Massimo Sideri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA — Chi ha acquistato
una casa all’estero
pagando attraverso una
banca o un intermediario
autorizzato, non sarà
tenuto a fare lo scudo
fiscale anche se non ha
mai dichiarato il possesso nel quadro RW
della dichiarazione dei redditi presentati in
Italia. Sempreché, secondo l’orientamento
che sta maturando nell’Agenzia delle
Entrate, gli immobili all’estero non abbiano
prodotto alcun reddito. Le istruzioni
definitive dell’Agenzia sulle modalità dello
scudo fiscale saranno rese note solo la
prossima settimana.
ROMA — Gli intermediari e le
banche saranno tenuti alle
segnalazioni antiriciclaggio
solo «nei casi in cui sanno,
sospettano o hanno motivi per
sospettare che le attività
scudate siano frutto di reati
diversi da quelli per i quali si determina la causa
di non punibilità». Non saranno dunque
necessarie se la regolarizzazione è connessa a
reati come l’occultamento o la distruzione di
documenti contabili, l’omessa o infedele
dichiarazione, la dichiarazione fraudolenta
mediante uso di fatture false o altri artifici e le
false scritture contabili. Segnalazioni obbligatorie
in tutti gli altri casi.
ROMA — Il rischio è stato
segnalato, per ultimo, dall’ex
ministro delle Finanze,
Augusto Fantozzi. E anche
nel governo c’è qualche
preoccupazione sul fatto che
lo scudo possa comportare
qualche problema per l’Iva. Una quota
dell’imposta riscossa dagli Stati è in realtà una
risorsa propria della Ue con cui viene
finanziato parte del bilancio, e la Corte di
Giustizia ha già condannato l’Italia per le
sanatorie del passato proprio sul versante Iva.
La soluzione della questione è complessa e
non si esclude che il governo abbia già
avviato contatti con Bruxelles.
Ma Tremonti cauto sui numeri
159400616.474.png 159400616.485.png 159400616.496.png 159400616.507.png 159400616.518.png 159400616.529.png 159400616.540.png 159400616.551.png 159400616.562.png 159400616.573.png 159400616.584.png 159400616.596.png 159400616.607.png 159400616.618.png 159400616.629.png 159400616.640.png 159400616.651.png 159400616.662.png 159400616.673.png 159400616.684.png 159400616.695.png 159400616.707.png 159400616.718.png 159400616.729.png 159400616.740.png 159400616.751.png 159400616.762.png 159400616.773.png 159400616.784.png 159400616.795.png 159400616.806.png 159400616.818.png 159400616.829.png 159400616.840.png 159400616.851.png 159400616.862.png 159400616.873.png 159400616.884.png 159400616.895.png 159400616.906.png 159400616.917.png 159400616.929.png 159400616.940.png 159400616.951.png 159400616.962.png 159400616.973.png 159400616.984.png 159400616.995.png 159400616.1006.png 159400616.1017.png 159400616.1028.png 159400616.002.png 159400616.013.png 159400616.024.png 159400616.035.png 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Corriere della Sera Mercoledì 30 Settembre 2009
Primo Piano
3
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Corrado Faissola (Abi): Confermo la più assoluta
e sostanziale collaborazione delle banche sullo scudo
La Camera Il segretario del Pd, Franceschini: uno schiaffo agli onesti
Fiducia sul decreto legge
Opposizione all’attacco
Stasera il voto. Lupi: tranquilli sull’esame del Colle
ROMA — Venticinquesima
richiesta di fiducia dall’inizio
della legislatura. Il governo l’ha
presentata ieri sera alla Camera
sul decreto che estende i casi di
applicabilità dello scudo fiscale
sui capitali nascosti all’estero. Il
ministro dei Rapporti con il Par-
lamento, Elio Vito, l’ha motiva-
ta dicendo che l’esecutivo vuo-
le che il decreto sia convertito
in legge prima della sua scaden-
za, cioè entro sabato 3 ottobre.
Dura la reazione delle opposi-
zioni, che hanno cercato, nei li-
miti del regolamento della Ca-
mera, di ritardare il più possibi-
le i lavori. Il voto di fiducia si
terrà questa sera mentre per do-
mani è atteso il voto conclusi-
vo sul provvedimento, che a
quel punto arriverà al Quirinale
per la promulgazione.
E proprio al presidente della
Repubblica si è appellato ieri in
Aula il portavoce dell’Idv, Leolu-
ca Orlando: «Invochiamo l’in-
tervento del capo dello Stato
che non crediamo voglia avalla-
re un nuovo papello mafia-Sta-
to». Ma la maggioranza è tran-
quilla sul via libera di Giorgio
Napolitano: «Crediamo di aver
lavorato con serietà e che il de-
creto rispetti la Costituzione e
le leggi dello Stato, quindi sia-
mo certi che il presidente della
Repubblica esaminerà con re-
sponsabilità il decreto e si com-
porterà di conseguenza», dice
Maurizio Lupi, vicepresidente
del Pdl alla Camera.
In Aula si sono scontrate le
tesi della maggioranza, per la
quale era necessario allargare le
fattispecie di applicazione dello
scudo, anche fino a comprende-
A Londra
Brown: nuovo
modello
economico
Il premier britannico
Gordon Brown
annuncia «un nuovo
modello economico».
Nel suo discorso alla
conferenza del
Labour Party ha
promesso un
governo più duro
sulla cultura dei
bonus e un ritorno
alle virtù di «giustizia
e responsabilità».
Gli accordi e la lista grigia dell’Ocse
re il reato di falso in bilancio, in
modo da rendere l’operazione
conveniente e assicurare un
congruo gettito, e le tesi delle
opposizioni (Pd, Idv e Udc) se-
condo le quali il provvedimen-
to non è altro che un condono
fiscale («uno schiaffo agli one-
sti» per il leader del Pd Dario
Franceschini), che premia gli
evasori e rischia di aprire le por-
te anche al rientro di capitali
della criminalità organizzata e
del terrorismo internazionale.
Accuse, queste ultime, respinte
dal sottosegretario all’Econo-
mia, Alberto Giorgetti, il quale
ha tenuto a precisare che, al di
là del salvacondotto per i reati
tributari e societari, gli interme-
diari finanziari per i quali passa-
no le operazioni di sanatoria so-
no soggetti all’obbligo di segna-
lare i casi di sospetto riciclag-
gio.
Intervistato alla radio da Rai
Gr Parlamento, Michele Scan-
droglio, deputato del Pdl, ha
ammesso: «Non c’è dubbio che
noi ci troviamo in una stato dei
conti che ha bisogno di tante ri-
sorse. Lo scudo può dare risor-
se. Non c’è dubbio che la teoria
dei condoni sia passibile di criti-
che. Però non dobbiamo na-
sconderci dietro un dito: gli ita-
liani sono anche questo. Noi
dobbiamo rappresentare al me-
glio la realtà che abbiamo, si fa
quello che si può con quello
che siamo».
Infine, una nuova polemica
tra il ministro dell’Economia,
Giulio Tremonti, e il suo rivale
Vincenzo Visco, già responsabi-
le della politica fiscale sotto il
governo Prodi. Per Tremonti
l’evasione fiscale è cresciuta du-
rante la precedente legislatura
guidata dal centrosinistra: lo di-
mostrano, ha detto il ministro,
i dati delle dichiarazioni dei red-
diti 2005-2006-2007. Per Visco,
invece, durante il governo Pro-
di «c’è stata una riduzione del-
l’evasione molto forte, soprat-
tutto dell’Iva mentre ora il getti-
to Iva cade molto più del Pil».
Quanto al decreto sui capitali
nascosti all’estero, «qualsiasi
scudo è un condono», taglia
corto Visco.
Istat
«Trasparenza, bisogna fare di più»
Il ministro incalza SanMarino
Occupati
in calo
dell’1,8%
ROMA — Il nuovo trattato di
cooperazione economica e fiscale tra
Italia e San Marino può attendere. Dopo
mesi di trattativa tutto è pronto per la
firma, ma il ministro dell’Economia,
Giulio Tremonti, non è molto convinto
anche se San Marino, da pochi giorni, è
uscita dalla lista Ocse dei paradisi fiscali,
grazie alla firma di dodici accordi di
collaborazione con altrettanti Paesi. Ed è
proprio la lista di quei Paesi a far storcere
il naso a Tremonti.
«Quota 12» è infatti stata raggiunta dalla
Repubblica del Titano firmando intese di
collaborazione fiscale con una pattuglia
di Paesi un po’ particolare. Nell’elenco
degli accordi sottoposti da San Marino
all’Ocse, infatti, ci sono anche le Isole
Samoa, le Bahamas, il Lichtenstein,
Andorra, le Isole Far Oer, la Groenlandia,
il Principato di Monaco. A Tremonti,
secondo il quale San Marino «è un
unicum dove si sviluppano attività non
solo finanziarie, ma anche commerciali,
dove c’è un uso di denaro contante che
non è proporzionato alla popolazione»,
non basta. «Per uscire dalla lista non
conta solo il numero degli accordi, ma
anche la loro qualità, sulla quale anche
I dati dell’Istat resi noti
ieri registrano
relativamente ad agosto
un aumento dello 0,3%
delle retribuzioni orarie.
L’analisi dell’istituto vede
nei miglioramenti
economici previsti in sei
contratti la ragione del
dato. I principali aumenti
hanno riguardato i
dipendenti dei settori Gas
e acqua, Presidenza del
consiglio dei ministri,
Regioni e autonomie
locali, Servizio sanitario
nazionale. L’istituto
evidenzia che a fine
agosto erano in vigore 54
accordi che regolano il
trattamento economico di
circa 11,3 milioni di
dipendenti e incidono sul
totale del monte
retributivo per l’84,9%.
Risultavano in attesa di
rinnovo 24 contratti per
1,7 milioni di dipendenti,
che corrispondono al
15,1% delle retribuzioni.
Intanto, sul fronte
dell’occupazione, l’Istat
registrava un calo nelle
grandi imprese: a luglio,
l’indice ha fatto segnare
una variazione negativa
rispetto al mese
precedente dello 0,2% al
lordo della cassa
integrazione, e una
variazione nulla al netto
dei dipendenti che
fruiscono degli
ammortizzatori. Nel
confronto tra la media
degli ultimi tre mesi
(periodo maggio-luglio)
e quella dei tre mesi
precedenti si è registrato
un calo dello 0,5%,
sempre al lordo della
cassa integrazione, e
dello 0,8% al netto di
essa. In termini
tendenziali, l’indice è
sceso dell’1,8% al lordo
della cassa e del 4% al
netto.
l’Ocse si riserva di valutare. E credo che
su questo fronte, guardando la lista dei
Paesi che hanno fatto accordi con San
Marino, ci sia un deficit di
comprensibilità» ha detto ieri il ministro.
Che già in passato aveva contestato alla
piccola repubblica la disponibilità a
concedere un po’ troppo generosamente
alloggio ai cittadini e ai capitali italiani.
«Formalmente gli accordi fatti sono 12,
ma nella sostanza c’è motivo per fare una
valutazione di qualità da parte dell’Ocse
ma anche dell’Italia, prima di fare il
nuovo Trattato».
La critica
Famiglia Cristiana:
«Il condono: una beffa»
Il fronte del no allo scudo
fiscale si allarga: anche
Famiglia cristiana si
schiera apertamente
contro il decreto del
governo («l’ennesima
beffa per la gente onesta»)
e definisce il ministro
Giulio Tremonti «un
furbetto del governino»
M. Sen.
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Enrico Marro
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L’intervista L’ex presidente della Consulta: ma secondo la giurisprudenza un condono di per sé non è illegittimo
Capotosti: ricorsi possibili per il falso in bilancio
ROMA — Professor Pier Alberto
Capotosti, lei è stato presidente del-
la Corte Costituzionale e vicepresi-
dente del Csm. Si ha l’impressione
che il capo dello Stato si prepari a
firmare lo scudo fiscale, magari ren-
dendo note alcune puntualizzazio-
ni. Cosa ne pensa?
«Se il capo dello Stato accompagne-
rà la sua firma con delle note, seguirà
una prassi che ha già usato in altre oc-
casioni. Si tratta di una strada di mo-
ral suasion , che secondo me è più ef-
ficace, di quella di negare la firma e
rimandare la legge in Parlamento: un
atto maggiormente traumatico e che
poi non produce effetti, perché il Par-
lamento può riapprovare lo stesso te-
sto e il capo dello Stato a quel punto è
obbligato a promulgarlo».
Soprattutto le opposizioni dicono
che è palesemente ingiusto dal pun-
to di vista del principio di eguaglian-
za che chi ha evaso il fisco possa ot-
tenere un condono così generoso...
«Guardi, secondo la giurispruden-
za costante della Corte costituzionale,
in materia fiscale e tributaria, un con-
dono di per sé stabilisce, nei confron-
ti dei cittadini, una diversità di tem-
pi, che può giustificare la diversità di
trattamento. Ciò naturalmente in rela-
zione alle finalità del condono stesso.
Del resto ogni condono crea di per sé
una disparità di trattamento, ma non
per questo è illegittimo. L’importante
è che si rimanga nel limite della ragio-
nevolezza».
L’opposizione parla di colpo di
spugna...
«No, non si può nemmeno parlare
di amnistia impropria e surrettizia in
materia fiscale perché la non punibili-
tà per contenuto e per presupposti è
diversa rispetto all’amnistia».
Tutto bene, dunque?
«C’è in realtà un profilo di costitu-
zionalità che può essere rilevato».
Quale?
«Riguarda, secondo la mia opinio-
ne, il diverso trattamento in materia
penale per quanto riguarda i reati
non punibili».
Ci può fare un esempio?
«Prendiamo quello del reato di fal-
so in bilancio, cioè il reato presuppo-
sto da chi ha creato un fondo nero al-
l’estero. Il paragone va fatto rispetto a
un altro cittadino che ha falsificato i
bilanci, per lo stesso scopo, mante-
nendo però i fondi in Italia. Il proble-
ma — ripeto — non è costituito dal
trattamento fiscale più favorevole,
ma dal fatto che il reato nel primo ca-
so non può essere perseguito, men-
tre se i fondi sono in rimasti in Italia,
sì».
Di questo emendamento non è re-
sponsabile il governo, perché è sta-
to introdotto in sede parlamentare.
«Infatti, non faceva parte del decre-
to-legge che è già in vigore»
Cosa prevede?
«Penso che sia possibile che nel
corso di qualche processo, eventuali
coimputati del reato di avere costitui-
to fondi illeciti mediante falso in bi-
lancio, o le stesse Procure, chiedano
l’intervento della Consulta».
M.Antonietta Calabrò
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Giurista
Pier Alberto
Capotosti è stato
presidente della
Corte
Costituzionale e
vicepresidente del
Consiglio
superiore della
magistratura
Le note del Quirinale
È teoricamente possibile che
il capo dello Stato accompagni
la sua firma con delle note,
seguendo così una prassi che ha
già usato in altre occasioni. Negare
la firma sarebbe più traumatico
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Mercoledì 30 Settembre 2009 Corriere della Sera
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Corriere della Sera Mercoledì 30 Settembre 2009
Primo Piano
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#
Il sisma nel Pacifico
Onde fino a 8 metri, tsunami travolge le Samoa
La tragedia del 2004
A Santo Stefano Le case distrutte a Moratuwa, nello Sri Lanka. Il sisma del 26 dicembre
2004, con epicentro al largo dell’isola di Simeulue, lungo la costa occidentale di Sumatra,
creò un’onda anomala che investì quattordici Paesi provocando 200 mila vittime
WASHINGTON—Distruzio-
ne e morte nell’Oceano Pacifi-
co. Un terremoto di magnitu-
do 8,3 ha provocato uno tsuna-
mi che ha investito le Samoa
occidentali e quelle america-
ne, isole dove vivono circa 65
mila persone. Ma la paura si è
spinta oltre l’affascinante arci-
pelago: le autorità hanno infat-
ti proclamato l’allerta in una
vasta area del Pacifico. L’emer-
genza ha riguardato le Mar-
shall, le Fiji, la Nuova Zelanda
e le Hawaii, dove sono state
chiuse le spiagge e accresciuta
la vigilanza, ma poi tutto è tor-
nato alla normalità quando la
protezione civile ha dichiarato
«cessato pericolo».
Dalle Samoa, invece, i primi
rapporti parlano di villaggi
spazzati via e di vittime. Quan-
te? Una comunicazione radio
ha confermato almeno 20 mor-
ti solo nelle Samoa americane,
probabilmente concentrati in
due località, mentre un nume-
ro imprecisato di persone so-
no date per disperse nel resto
dell’arcipelago. Migliaia gli
sfollati. In base alle informa-
zioni raccolte dai centri di sor-
veglianza della California, il
maremoto ha investito le isole
con quattro ondate, comprese
La scheda
tra i 6 e gli 8 metri di altezza.
Un colpo di maglio che si è ab-
battuto sull’area costiera ed ha
spinto il mare in profondità
sulla terra ferma: sull’isola di
Tutuila sarebbe avanzato per
un chilometro e mezzo.
La prima emergenza è scat-
tata dopo che il servizio geolo-
gico statunitense ha registra-
to, alle 6.45 locali, una forte
scossa ad una profondità di 18
chilometri e a quasi 200 dalle
Samoa. Quindi il Pacific Tsuna-
mi center, vista la potenza del
sisma, ha lanciato l’allerta. E la
popolazione delle isole è stata
esortata a lasciare le abitazioni
lungo la costa e a rifugiarsi al-
l’interno.
Le autorità americane han-
no cercato di mettersi in con-
tatto con Pago Pago ma le co-
municazioni si sono rivelate
subito difficili. Un portavoce
della polizia ed uno dell’ente
parchi si sono limitati ad affer-
mare: «Confermiamo che ci so-
no distruzioni, così come del-
le vittime. Ma non possiamo
dire quante». Una situazione
confusa dove— secondo testi-
monianze— si sarebbero veri-
ficati anche dei saccheggi. Ban-
de di giovani avrebbero, infat-
ti, dato l’assalto a negozi e di-
stributori di benzina. Holly
Bundock, funzionario del Na-
tional Park Service in Califor-
nia che ha avuto la possibilità
di parlare con un suo collega
nell’arcipelago, ha detto chia-
ramente di temere il peggio:
«Siamo preoccupati per quan-
to è avvenuto, soprattutto per-
ché non abbiamo dati preci-
si».
Frammenti di notizie, diffi-
cili da controllare, sono arriva-
te dalla Polinesia. Radio locali
sono riuscite a raggiungere al-
cuni abitanti delle Samoa e le
loro parole raccontano di di-
struzioni consistenti, con stra-
de spazzate via e auto risuc-
chiate dal mare. Altri residenti
della parte occidentale dell’ar-
cipelago hanno invece precisa-
to ad emittenti della Nuova Ze-
landa di essere riusciti a met-
tersi in salvo. «Abbiamo senti-
to la terra tremare, siamo scap-
pati verso l’interno», ha rac-
contato un abitante. Una pro-
va che, forse, in qualche villag-
gio il sistema di protezione ci-
vile ha funzionato.
Non come accadde nel di-
cembre 2004 in Asia. Allora
uno spaventoso tsunami si è
abbattuto sulle coste di 14 Pae-
si asiatici, dalla Thailandia allo
Sri Lanka, dall’India all’Indone-
sia. Un cataclisma che ha pro-
vocato, secondo alcune stime,
oltre 230 mila morti. A scate-
narlo un sisma di magnitudo
9 al largo dell’isola di Sumatra.
Guido Olimpio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il territorio
Le Samoa
Americane fanno
parte del territorio
degli Stati Uniti:
coprono circa la
stessa estensione di
Washington D.C.,
con soli 199 km
quadrati di terra
emersa
e 65.628 abitanti.
Dal fondo del mare
Muri d’acqua che viaggiano a 800 chilometri orari
La popolazione
L’arcipelago,
diviso tra territorio
americano e Stato
indipendente di
Samoa (che copre a
sua volta un’area
totale di 2.831 km
quadrati, con quasi
220 mila residenti),
è composto da 13
isole ed è situato a
metà strada tra le
Hawaii e la Nuova
Zelanda. Le isole
maggiori sono di
origine vulcanica, le
minori atolli corallini
Onde giganti. Velocissime. Violente.
Sono gli tsunami: il termine deriva dal
giapponese «onde di porto».
Gli tsunami sono per lo più causati da
terremoti sottomarini o prossimi alla
costa. Meno frequentemente da frane
sottomarine ed eruzioni vulcaniche.
Dove il mare è più profondo, quattro o
cinque mila metri, queste onde
gigantesche raggiungono i 700-800
km/h. Dove il mare è più basso
rallentano a 400.
Nel loro viaggio, gli tsunami
mantengono pressoché inalterata la
loro energia. Si possono così abbattere
Allarme Il centro di controllo nelle Hawaii
trasformano: la velocità si riduce (è
proporzionale alla profondità
dell’acqua) e l’altezza dell’onda
aumenta. Durante lo tsunami del 2004
in Asia le onde raggiunsero i 15 metri.
In passato si sono registrati tsunami
con onde alte anche più di 30 metri.
Diversi sono però i modi in cui si può
presentare uno tsunami: in un’onda di
marea eccezionale, che solleva il livello
generale dell’acqua anche di molti
metri; come treno di onde, e la prima
non è necessariamente la maggiore; o
anche come vero e proprio muro
d’acqua.
con straordinaria violenza anche su
coste molto lontane dal punto di
origine.
In prossimità della costa però si
Le isole Annesse dagli Stai Uniti nel 1900 e celebrate al cinema
Spiagge e coralli, quell’arcipelago entrato nel mito
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
della sua vita, ossequiato dagli indi-
geni che lo chiamavano Tusitala,
«narratore di storie».
Ci vorranno sessant’anni prima
che un altro occidentale sia riusci-
to a conquistare i locali con altret-
tanto ardore. Quell’occidentale era
Gary Cooper che sbarcò nell’arcipe-
lago nel 1953, insieme al carrozzo-
ne hollywoodiano di Return to Pa-
radise , per indossare i panni di Mr.
Morgan, un giramondo «spirito li-
bero« che approda per caso in una
meravigliosa isola del Sud Pacifi-
co.
Con gli occhi odierni la sua love
story con la bellissima isolana Mae-
va (Roberta Haynes) potrebbe esse-
re letto in chiave obamiana: uno
dei primi amori interraziali del
grande schermo. Il film era ispira-
to all’omonimo romanzo scritto
due anni prima da James Miche-
ner: una sorta di sequel del suo Ta-
les of the South Pacific che nel
1947 gli aveva portato un Pulitzer.
Ma nell’America politicamente
scorretta di allora non erano man-
cate le polemiche e recriminazioni,
oggi impensabili. Invece di girarlo
tra i set di cartapesta di Hollywo-
od, il regista Mark Robson aveva
trasportato l’intera troupe nell’idil-
liaca isola di Upolu, nella Samoa
Occidentale, ingaggiando gli indi-
geni come comparse. Una decisio-
ne di cui disse di essersi pentito
amaramente. «I locali si presenta-
no sempre in ritardo — sbottò in
un’intervista —. Non hanno alcun
senso del tempo; non sanno cosa
sia sbrigarsi e correre». «I Nativi si
annoiano troppo velocemente», gli
aveva fatto eco Gary Cooper, tra-
dendo la fiducia che questi aveva-
no riposto in lui.
Nelle guide turistiche stampate
all’estero si legge che i samoani so-
no pazienti, lenti come il ritmo del-
la vita che scorre da quelle parti.
Che hanno ottenuto lo status di cit-
tadini americani ma non hanno
mai protestato perché non gli è sta-
ta concessa la possibilità di votare
un proprio rappresentante a
Washington.
In fondo, della politica e della
fretta delle metropoli statunitensi
non sanno che farsene. Ma anche
se non hanno una tifoseria molto
numerosa, le Samoa Americane
possono contare sulla propria na-
zionale di calcio, sotto l’egida di
una federazione calcistica locale.
C’è da dire però che quella naziona-
le è famosa per essere «la squadra
più debole al mondo».
Alessandra Farkas
© RIPRODUZIONE RISERVATA
NEW YORK — Un paradiso eco-
logico nel bel mezzo dell’Oceano
Pacifico, con acque trasparenti, cli-
ma ideale, spiagge da sogno, barrie-
re coralline e foreste tropicali. So-
no le Samoa Americane, annesse
dagli Stati Uniti nel 1900: cinque
isole vulcaniche e due atolli tra le
Fiji e Tahiti, da oltre un secolo irre-
sistibile meta di pellegrinaggio di
scrittori, registi e attori di entram-
be le coste dell'Atlantico.
Nel 1890 l’autore scozzese Ro-
bert Louis Stevenson vi si stabilì,
dopo l’enorme successo di Dr.
Jekyll in America, quando decise di
optare per Upolu — la principale
delle isole Samoa — preferendola
alle Hawaii, che al confronto gli
parvero addirittura «inadeguate».
Ci visse per quattro anni, gli ultimi
Nell’arte
A sinistra, Gary
Cooper nel film
Samoa. Ritorno
al Paradiso .
Sopra, lo
scrittore Robert
Louis
Stevenson
Terrore dopo un terremoto nel Pacifico. Vittime e dispersi, villaggi spazzati via
159400616.039.png 159400616.040.png 159400616.041.png 159400616.042.png 159400616.043.png 159400616.044.png 159400616.045.png 159400616.047.png 159400616.048.png 159400616.049.png 159400616.050.png
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