IL FASCINO DISCRETO DELLA VERITA.doc

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IL FASCINO DISCRETO DELLA VERITA’ (stampa)

IL FASCINO DISCRETO DELLA VERITA’ (stampa)

 

  La piu’ grande aspirazione di una persona ambiziosa e’ la notorieta’. Esistono, pero’, due categorie delle persone ambiziose:quelle “buone”, che sono disposte a pagare il prezzo del duro lavoro e del rigore per acquisire grandi conoscenze, e quelle “cattive”, che raggiungono la notorieta’ attraveerso l’intrigo, la mezogogna, le relazioni sospette, l’ossequio ai potenti.

  Tra le persone piu’ note, un posto d’onore spetta ai giornalisti. Il loro (quarto) potere e’ immenso:compaiono alla televisione, firmano gli articoli sui quotidiani, traggono le conclusioni sulle riviste.

  La missione del giornalista in una societa’ liberaldemocratica e’ quella di essere un veicolo della verita’, di acquisire la notizia, grazie ai privilegi di cui gode, di verificarla e trasmetterla al pubblico dei lettori e dei telespettatori.

  Il giornalista ha libero accesso ai grandi appuntamenti della vita pubblica, supera i cordoni di polizia e le altre misure di sicurezza, si serve della fotografia come mezzo di prova, e’ tutelato da precise norme costituzionali in merita in materia di liberta’ di cronaca e di diritto all’informazione. Insomma, gli viene garantito il privilegio di sapere quello che gli altri ignorano. Ma con un preciso dovere: informare corettamente il cittadino, renderlo consapevole di cio’ che avviene  all’interno e all’esterno del suo Stato. Le garanzie delle quali il giornalista gode sono finalizzateunicamente a questo scopo. Il suo fine pubblico e’ quello di fornire una coretta informazione.

  Ma cosa si intende per informazione corretta? Semplicemente , la divulgazione di notizie vere, che mettano il cittadino in condizione di sapere, di poter scegliere tra giusto e sbagliato, di potersi orientare, nelle facende economiche, politiche e sociali.

  Il mecchanismo e’ perfetto. Ma si inceppa se il giornalista alimenta invece di risolvere, i dubbi del cittadino, se gli propone ragionamenti contorti e tendenziosi, se gli fornisce una versione dei fatti zeppa di condizionali, con conclusioni affrettate sugli avvenimenti e sui protagonisti. Questo comportamento puo’ avere una duplice motivazione: o la ricerca a tutti i costi della notizia sensazionale, da copertina o da prima pagina, oppure la olonta’ di compiacere un potente. In entrambi i casi lo scopo e’ quello di acquistare prestigio e notorieta’ , di entrare a far parte dell’Olimpo dei costruttori(e manipolatroi) del consenso. E se il giornalista sostiene di doversi uninformare alla linea editoriale? Allora il caso e’ piu’ grave perche’ significa che non solo chi scrive , ma anche chi pubblica , non ha capito l’essenza della sua funzione. Il compito dell’editore, in uno stato liberdemocratico, e’ infatti quello di porre sul mercato il miglior prodotto, quello, cioe’, che divulga notizie serie, in grado di aiutare il cittadino a decidere.

  Certo, il rigore e la verita’ sono grigi, a volte spiacevoli, rendono la notizia pesante e tetra. La gazza degli articoli a sensazione del pettegolezzo, del turpiloquio ad alta voce e’ sicuramente piu’ divertente.Ma delle due l’una: o il giornalista si presta ad essere un clawn senza dignita, che si nutre dell’unica ambizione della notorieta’ ad ogni costo, oppure si adopera per diventare un professionista vero, che si impone di verificare e divulgare la verita’ completa e provata, anche a costo di rimanaere per tutta la vita nel grigio dell’anonimato.

 

 

 

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